Protesi d’anca: la via anteriore mini-invasiva
Introduzione
La protesi d’anca è uno degli interventi ortopedici più eseguiti al mondo e rappresenta la soluzione definitiva per pazienti affetti da artrosi dell’anca, necrosi della testa femorale, fratture non ricostruibili o malformazioni congenite. Negli ultimi anni la chirurgia ha compiuto passi avanti significativi grazie all’introduzione di tecniche mini-invasive, che permettono di ridurre il trauma chirurgico e favorire un recupero più rapido.
Tra queste, l’approccio anteriore mini-invasivo si è affermato come una delle tecniche più innovative ed efficaci.

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Intervento di protesi d’anca
Cos’è

L’intervento consiste nella sostituzione dell’articolazione naturale (testa del femore e acetabolo) con componenti artificiali biocompatibili in metallo, ceramica e polietilene. La protesi ha lo scopo di:
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eliminare il dolore cronico,
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ripristinare la funzionalità articolare,
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migliorare la qualità di vita del paziente.
Tecnica chirurgica
per via anteriore mini-invasiva
La via anteriore sfrutta uno spazio anatomico naturale situato tra due fasci muscolari (tensore della fascia lata e sartorio). Ciò significa che, a differenza delle vie tradizionali, non è necessario sezionare i muscoli, ma solo divaricarli delicatamente.
Fasi principali dell’intervento:
- Incisione cutanea di circa 7–10 cm nella parte anteriore della coscia.
- Accesso allo spazio muscolare senza taglio dei muscoli principali.
- Resezione della testa femorale e preparazione dell’acetabolo.
- Inserimento della coppa acetabolare e dello stelo femorale.
- Verifica della stabilità e della lunghezza dell’arto.
- Chiusura dei tessuti e della cute con attenzione estetica.

Benefici dell’approccio anteriore mini-invasivo

Rispetto agli approcci tradizionali (laterale o postero-laterale), la via anteriore mini-invasiva offre diversi vantaggi:
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Minore danno muscolare: i muscoli non vengono tagliati ma solo divaricati.
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Riduzione del dolore post-operatorio.
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Recupero funzionale più rapido: il paziente può iniziare a camminare già il giorno successivo.
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Minor rischio di lussazione grazie alla preservazione delle strutture posteriori.
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Incisione più piccola e cicatrice estetica.
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Ridotto sanguinamento intraoperatorio e minor necessità di trasfusioni.
Risultati clinici
Numerosi studi scientifici internazionali hanno evidenziato come i pazienti operati per via anteriore mini-invasiva presentino:
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degenza ospedaliera ridotta (3–5 giorni in media),
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recupero più veloce della deambulazione autonoma,
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ritorno precoce alle attività quotidiane e lavorative,
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ottimi risultati funzionali a lungo termine, sovrapponibili o superiori agli altri approcci.
La sopravvivenza delle protesi moderne, con materiali ad alta resistenza (ceramica su ceramica o ceramica su polietilene ad alta densità), è oggi stimata oltre i 20–25 anni.

Conclusioni
La protesi d’anca mediante approccio anteriore mini-invasivo rappresenta una tecnica chirurgica moderna, sicura ed efficace, che permette al paziente di affrontare l’intervento con minore dolore, recupero più rapido e ottimi risultati funzionali. L’adozione di questa metodica richiede però un’adeguata curva di apprendimento da parte del chirurgo e un’attenta selezione del paziente.
Domande
frequenti
- Quanto dura una protesi d’anca? Le moderne protesi hanno una sopravvivenza superiore al 90% a 10–15 anni e possono durare anche 20 anni o più. La durata dipende da età, peso corporeo, livello di attività e materiali utilizzati.
- Si passa il metal detector con una protesi d’anca? Sì, in genere si passa senza problemi, ma può attivare l’allarme. È consigliato portare con sé la certificazione dell’impianto protesico rilasciata dal chirurgo o dall’ospedale.
- Quando posso tornare a guidare? Nella maggior parte dei casi dopo 4–6 settimane, ma solo previa valutazione clinica e ripresa di adeguata forza e riflessi alla gamba operata.
- Quali sport posso praticare dopo la protesi d’anca? Sono consigliate attività a basso impatto come cammino, bicicletta e nuoto. Sport ad alto impatto (corsa, calcetto, tennis) o con rischio di contatto sono sconsigliati, salvo casi selezionati e previa indicazione specialistica.
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Leggi anche
Approfondimenti
documentazione
- Callaghan JJ, Rosenberg AG, Rubash HE. The Adult Hip. Lippincott Williams & Wilkins.
- Learmonth ID, Young C, Rorabeck C. The operation of the century: total hip replacement. BMJ. 2007;335(7624): 850–851.
- AAOS Clinical Practice Guidelines on the Management of Osteoarthritis of the Hip.
- NICE Guidelines: Joint replacement (primary): hip, knee and shoulder. National Institute for Health and Care Excellence.
- Bozic KJ et al. Complications and revisions after total hip arthroplasty. Clin Orthop Relat Res. 2009.
- Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT). Linee guida sulla protesi d’anca.
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