Protesi di anca :
Cos’è l’intervento

La protesi totale d’anca (Total Hip Arthroplasty, THA) è un intervento chirurgico che sostituisce le superfici articolari malate dell’acetabolo (bacino) e della testa del femore con componenti artificiali. L’obiettivo è ridurre il dolore, ripristinare la funzione e migliorare la qualità di vita.

Componenti principali

  • Coppa acetabolare (metallo/ceramica, con o senza rivestimento poroso per l’osteointegrazione)
  • Inserto (polietilene altamente cross-linkato o ceramica)
  • Stelo femorale (metallo, cementato o non cementato)
  • Testa femorale (ceramica o metallo)
Immagine di una protesi d’anca con cupola acetabolare, testa femorale e stelo inserito nel femore e bacino trasparente.

Vuoi sapere se sei candidabile per questo trattamento?

⁠Indicazioni
Chi ne ha bisogno

Illustrazione anatomica dell’anca con evidenza rossa della zona infiammata e dolorosa tra bacino e testa del femore.

Le indicazioni derivano dall’integrazione di clinica, imaging e impatto sulla vita quotidiana.

  • Artrosi primaria avanzata con dolore meccanico quotidiano, rigidità, limitazione marcata del cammino.
  • Coxartrosi secondaria (esiti di displasia, conflitto femoro–acetabolare, post-traumatica).
  • Necrosi avascolare della testa femorale allo stadio avanzato.
  • Artriti infiammatorie (es. artrite reumatoide) non controllate da terapia medica.
  • Fratture del collo femorale instabili in pazienti biologicamente anziani o con ridotta domanda funzionale.

Criteri clinici
e radiologici tipici

  • Dolore refrattario a ≥ 3–6 mesi di trattamento conservativo (farmaci, fisioterapia, perdita di peso, ausili)
  • Limitazione funzionale importante (difficoltà ad allacciarsi le scarpe, salire/scendere le scale, camminare > 200–300 m)
  • Radiografie con riduzione dello spazio articolare, osteofiti, geodi, deformità della testa femorale
  • Valutazione globale del rischio: comorbidità, fragilità, aspettative e supporto sociale

Approfondimenti
tecnici

Tipologie di impianto

  • Cementata: stelo e/o coppa fissati con cemento acrilico (PMMA). Vantaggi: stabilità immediata, utile in osso osteoporotico. Svantaggi: difficoltà revisione.
  • Non cementata: superfici porose o rivestite che favoriscono osteointegrazione. Vantaggi: biologica, revisioni più agevoli. Svantaggi: rischio mobilizzazione iniziale se scarsa stabilità primaria.
  • Ibrida: combinazione di cementata/non cementata.

Coppie di attrito

  • Ceramica–polietilene (HXLPE): ottimo compromesso usura/longevità.
  • Ceramica–ceramica: usura minima, rischio (raro) di rumore o frattura.
  • Metallo–polietilene (HXLPE): opzione valida in alcune casistiche moderne.

Design particolari

  • Doppia mobilità: riduzione del rischio di lussazione in pazienti a rischio (fragili, neuromuscolari, revisioni).
  • Resurfacing (sostituzione di rivestimento): indicazioni selezionatissime, soprattutto in soggetti giovani con buona qualità ossea.

Percorso perioperatorio
& Riabilitazione

Percorso perioperatorio (ERAS)

  • Ottimizzazione preoperatoria: correzione anemia, glicemia, sospensione fumo, esercizio prehab.
  • Anestesia: preferenza per tecniche neurassiali quando possibile.
  • Profilassi: antibiotica perioperatoria, tromboprofilassi personalizzata.
  • Controllo del dolore: multimodale, risparmio oppioidi.
  • Mobilizzazione precoce: entro 24 ore, con fisioterapia guidata.

Riabilitazione

  • Carico secondo indicazioni (spesso immediato in impianti non cementati stabili e cementati).
  • Esercizi per ROM, forza dei glutei, equilibrio e schema del passo.
  • Educazione su movimenti a rischio di lussazione nelle prime settimane (a seconda dell’approccio).
Infografica in italiano sul percorso perioperatorio ERAS per la protesi d’anca: ottimizzazione preoperatoria, anestesia, profilassi, controllo del dolore, mobilizzazione precoce e riabilitazione.
Radiografia che mostra la lussazione di una protesi totale d’anca, con testa femorale artificiale fuori dalla cavità acetabolare.

Rischi e
complicanze

  • Lussazione (più rara con doppia mobilità e corretta orientazione componenti)
  • Infezione periprotesica (acuta o cronica)
  • Trombosi/embolia
  • Fratture periprotesiche
  • Lesioni nervose (sciatico, femorale) – rare
  • Mobilizzazione/osteolisi per usura a lungo termine
  • La gestione prevede strategie preventive, diagnosi precoce e, se necessario, chirurgia di revisione.

Conclusioni

Le protesi moderne mostrano alta soddisfazione e sopravvivenza > 90% a 10 anni in molte casistiche, con variabilità legata a età, diagnostica di base, design e tecnica. 

Domande
frequenti

  • Quanto dura una protesi? 10–20 anni o più; dipende da uso, peso, allineamento e materiali.
  • Si passa il metal detector? In genere sì; possibile allarme, è utile portare documentazione.
  • Quando posso guidare? Spesso 4–6 settimane, previa valutazione clinica.
  • Sport? Preferibili attività a basso impatto (cammino, bici, nuoto); corsa/contatto solo in casi selezionati.

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Leggi anche

Approfondimenti
documentazione

  • Callaghan JJ, Rosenberg AG, Rubash HE. The Adult Hip. Lippincott Williams & Wilkins.
  • Learmonth ID, Young C, Rorabeck C. The operation of the century: total hip replacement. BMJ. 2007.
  • AAOS Clinical Practice Guidelines on Hip Osteoarthritis.
  • NICE Guidelines: Joint replacement (primary): hip, knee and shoulder.
  • Bozic KJ et al. Complications and revisions after total hip arthroplasty. Clin Orthop Relat Res.

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